"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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lunedì 1 ottobre 2007

NE’ MOVISI E NE’ PARLARI.
Ovvero all’ICOT di Latina, fuori orario, non entra e non esce… NESSUNO!

Scritto da Susanna Siciliano e Andrea Maria Arrigo.

Ieri 30 settembre 2007, abbiamo fatto visita ad un paziente ricoverato presso l’ospedale I.C.O.T. (Istituto Chirurgico Ortopedico Traumatologico) di Latina, un centro ospedaliero tra i più qualificati d’Italia, infatti in questo polo di eccellenza si riversano tutte quelle persone che soffrono di problemi legati alle ossa, sia per malattia che per danni dovuti a traumi. Da qualche tempo a questa parte, proprio per meriti sanitari, l’ospedale in questione è divenuto anche sede dell’Ateneo de La Sapienza di Roma.

Siamo arrivati, alle 14,30 circa, in anticipo rispetto all’orario di apertura (15.00) per le visite dei parenti ed amici, e, poiché il paziente era in grado di deambulare, seppur con l’ausilio di stampelle, gli abbiamo telefonato chiedendogli di raggiungerci nell’atrio d’ingresso dell’ospedale. Ma con amara sorpresa siamo stati testimoni, insieme alle altre persone presenti, del fermo del paziente da parte degli addetti alla portineria, che non gli permettevano di raggiungere l’atrio fornendo, come motivazione, che non era ancora orario di visita.

Premettendo che nessuno di noi avesse intenzione di entrare in anticipo trasgredendo alle regole, vista la scena, ci siamo avvicinati alla portineria spiegando che si chiedeva al paziente di uscire e non viceversa. Il portiere di turno ed il suo collega, seguendo pedissequamente le istruzioni impartite loro dalla Dirigenza Sanitaria, ci hanno comunicato perentoriamente che nessun paziente poteva uscire fuori dai reparti assegnati, in ore differenti dagli orari previsti per le visite dei parenti, in quanto, a loro dire, sarebbero stati responsabili della salute dei pazienti e di quanto potesse accadere loro.

Inutili sono state le nostre spiegazioni, affermando che, essendo i pazienti maggiorenni e, pertanto, responsabili delle proprie azioni, potevano, quindi, essere in grado di scegliere e decidere di sostare nell’atrio a loro responsabilità.

Abbiamo anche spiegato che, trattenere un individuo contro la propria volontà, è suscettibile di reato (sequestro di persona), a meno che non si tratti di un carcere dove le persone sono trattenute per motivi giudiziari e non sanitari. Inoltre, vista la reticenza dei signori in questione, abbiamo chiesto la possibilità di poter prendere visione della direttiva che stavano applicando, per sincerarci di una norma interna tanto assurda. Anche in questo caso ci è stato risposto che non erano in grado di mostrarcela, poiché non vi era alcuna norma scritta, ma adempivano a delle disposizioni verbali. Ma queste disposizioni non scritte, sono state spiegate loro con la massima chiarezza e con dovizia di particolari? E i portieri, hanno potuto recepire nel migliore dei modi tali disposizioni senza incorrere in facili fraintendimenti? Possibile che nel 2007 ci sia ancora qualcuno che fornisca disposizioni ai propri dipendenti non in forma scritta? Se gli antichi romani, nostri avi e padri della civiltà moderna, affermavano “verba volant, scripta manent”, ci sarà stato un motivo, ma forse, alla Direzione Sanitaria dell’I.C.O.T. questo lo ignorano.

Ci è stato perfino chiesto di telefonare alla Direzione Sanitaria per maggiori delucidazioni, informazioni che non avrebbero dovuto fornire i portieri al momento del trattenimento del degente, ma che avrebbe dovuto avvenire tramite apposito avviso al pubblico ed ai pazienti vittime della restrizione forzata, limitante la libertà di movimento all’interno della struttura. Qualora la Direzione Sanitaria non avesse voluto assumersi la responsabilità dell’incolumità dei pazienti deambulanti nell’atrio fuori dagli orari stabiliti, sarebbe bastato un avviso di scarico di responsabilità nei confronti dei degenti che avessero deciso di permanere fuori orario nell’atrio.

Attualmente l’unico cartello presente riguarda esclusivamente l’orario di visita ai pazienti, le restrizioni circa l’ingresso dei bambini, ma non vi è alcuna traccia circa le restrizioni alla libertà di deambulazione dei degenti.


Ci è stato anche detto che i pazienti trovati nell’atrio fuori orario avrebbero rischiato la dimissione anticipata dal centro ospedaliero (come se non bastasse un probabile sequestro di persona, siamo arrivati alla minaccia di rifiuto di assistenza su degenti già ricoverati ed in cura). Chissà, se avessimo proseguito il dibattito, forse saremmo arrivati alla nota sul diario e alla punizione dietro la lavagna….

Chiediamo alla Direzione Sanitaria di gestire la logistica dell’ospedale ed i rapporti con i parenti dei pazienti, con la stessa efficienza e serietà professionale che mettono nelle cure degli stessi. Quando esistono motivi di responsabilità e/o di coperture assicurative che impediscono la libertà di alcuno, basterebbe un avviso o una comunicazione per risolvere la situazione.
Vi ricordiamo infatti, anche se siamo certi che non ce ne sia bisogno, che chi visita un paziente in ospedale, di solito, non è mai così sereno da riuscire sempre a sorridere di comportamenti maldestri da parte di chiunque.

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