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mercoledì 19 agosto 2009

Ostia, evacuate le palazzine Armellini «Pilastri deboli, case a rischio crollo»

Tratto da "Corriere della sera.it".

Come in Abruzzo, controlli sugli edifici di proprietà comunale: già negli anni 70 erano le «case di ricotta»

L’ordinanza di sgombero è arrivata il 13 agosto, firmata dal sindaco: decine di famiglie delle case Armellini di Ostia dovranno andare via: secondo i vigili del fuoco gli edifici sono a rischio crollo. I vigili urbani hanno bussato a tutte le porte del­l’edificio. E ora, tra rabbia e per­plessità, in molti dovranno far fa­gotto in fretta e furia e lasciare la casa pericolante entro giovedì 20 o venerdì 21 agosto al massimo.

A traslo­care saranno quindici famiglie che vivono a Nuova Ostia al civi­co 15 di via Marino Fasan dove svettano le palazzine comunali Ar­mellini, quelle che negli anni Set­tanta venivano chiamate le «case di ricotta». A dare una spallata ne­anche troppo forte i muri veniva­no giù e una leggenda dice che i costruttori, per risparmiare, aves­sero «allungato» la calce con la sabbia presa dalla spiaggia a 50 metri dal cantiere. Oggi il rischio concreto, hanno scritto i vigili del fuoco in un dettagliato rapporto inviato al Campidoglio, è che crol­lino «i pilastri portanti, con il con­seguente collasso di tutto il fabbri­cato ». Un accertamento condotto su tutti gli immobili di proprietà comunale dopo il terremoto che ha distrutto l’Abruzzo.

Di fronte all’evidenza di un «pericolo per l’incolumità pubblica», il 6 agosto il sindaco Alemanno ha firmato il provvedimento di sgombero «an­che forzoso». Non che le operazio­ni di trasloco debbano necessaria­mente trasformarsi in un proble­ma di ordine pubblico. Però mam­me, papà, bimbi, anziani, nonne in carrozzella che saranno ospita­ti al residence Borgo del Poggio, sull'Ardeatina, poco fuori del Rac­cordo Anulare, sembrano contrari all’idea di andarsene. Ieri molti della scala A lo hanno scritto chia­ro e tondo in una petizione che sta girando di piano in piano e che ha già raccolto una trentina di firme. E mentre in serata la poli­zia municipale ha notificato altre ordinanze in palazzi vicini, per la mattinata di oggi è previsto un sit-in di fronte alla sede dell’uffi­cio tecnico del municipio di Ostia.

Incerti i tempi per il rientro a casa. Che avverrà solo dopo che per «travi e pilastri deteriorati» sa­rà terminato il «restyling» che po­trebbe durare svariati mesi. Tra gli inquilini più arrabbiati c’è la signora Maria Ottaviani, 55 anni, che vive con la madre Mafal­da, 84, invalida al 100 per cento. «Abbiamo l’assistenza domicilia­re a Ostia e ci vogliono mandare a vivere dalle parti del Divino Amo­re. Non so come faremo. Ci stan­no sradicando da casa d’improvvi­so, senza informazioni». Furibon­da pure Severina Pignataro, 65 an­ni. Con figlio e nuora al lavoro, e residenti nella stessa palazzina pe­ricolante, è lei a badare ai «tre ni­poti che vanno a scuola e all’asilo».

«Quando i vigili mi hanno notifica­to lo sgombero - spiega -, la prima preoccu­pazione è stata per i bimbi, che non so dove finiranno». Qualcuna più rassegnata, come la signora Claudia Ilari, spera «che almeno il Comune si adoperi per non mandarci troppo lontano da casa». Un invito rilanciato da Marco Noli, segretario della sezio­ne «Ostia Ponente» di Rifondazio­ne comunista e assistente sociale Asl che conosce molte delle fami­glie che dovranno traslocare: «Questo trasferimento all’Ardeati­no è incomprensibile - sbotta po­lemico - . A ben guardare, non mancano alberghi e residence a Ostia: c’è l’Enalc Hotel sul lungo­mare, inutilizzato da anni. O la fo­resteria del polo natatorio, inau­gurata ma vuota».

Alessandro Fulloni
19 agosto 2009

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