"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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lunedì 12 marzo 2007

Messaggio di sensibilizzazione a favore delle donne

Scritto da: Fernando Cecchini.


Caro Andrea,

puoi tranquillamente utilizzare il mio commento al messaggio di tua moglie, anzi te lo riallego con alcune virgole. Mi sembra giusto aggiungere a riprova di quanto affermo un ulteriore messaggio di sensibilizzazione a favore delle donne fatto girare un paio di mesi addietro, se vuoi puoi utillizzare anche questo.

Un abbraccio.


Fernando Cecchini
Coordinatore Rete Sportelli Orientamento Mobbing CISL
c/o INAS CISL Sede Centrale Viale Regina Margherita, 83d 00198 Roma
tel.0684438364 fax.068547856
cell 330967012
e-mail: mobbing@cisl.it mobbing@inas.it


Caro Walter
trasferisci all' amica Siciliano tutta la mia comprensione per la sua storia e il mio disappunto per il disfunzionamento della pubblica amministrazione in tutti i suoi aspetti, purtroppo o fortunatamente il sindacato, di cui spesso ci ricordiamo solo per colpevolizzare qualcuno, non può fare i miracoli oltre che porre una buona parola nell' interesse del lavoratore, anche perchè se così non fosse una associazione sindacale, grande o piccola, finirebbe per dare ordini e direttive gestendo la pubblica amministrazione o l' azienda privata, questo chiaramente non è. Comunque sono uno dei pochi che nell' 8 MARZO non ha fatto auguri a nessuno e tantomeno alle donne, anche perchè dei loro problemi, al contrario dei più, mi ricordo gli altri 365 giorni dell' anno quando coloro che fanno gli auguri non ci pensano più.

Un caro saluto a te e alla nostra amica a cui desidero ricordare che in realtà nel mondo del lavoro attuale c'è molto di peggio.


I storia
Oggi sono rientrata da pochi mesi dalla maternità e continuo a subire le angherie che ricevevo anche prima della gravidanza ma oggi in forma più grave. Ho un bimbo piccolo che porto al nido, la notte non dormo quasi più...inoltre mi hanno negato di poter usufruire della pausa pranzo per proseguire il lavoro e fare le 6 ore di allattamento continuate 8.30-14.30 costringendomi ad andare a casa e a tornare poi le 2 ore pomeridiane per completare le 6 ore. Questo mi costringe a tenere il bimbo al nido fino alle 17.00 e a spendere molti soldi in più che se lo ritirassi alle 14.00 risparmierei!


II storia
Ti ringrazio infinitamente per i consigli e l'appoggio dimostratomi. Riprenderò a lavorare a fine gennaio con part time post maternità (8.30-13.30) siamo un'azienda di circa 30 dipendenti settore commerio senza sindacato e questo part time mi spetta di diritto (nessun'altra l'ha richiesto). La direzione, fingendo di aver problemi ad accettare il part time nella mia postazione precedente, mi ha inviato una lettera x raccomandata con scritto che mi sposteranno al centralino a svolgere mansioni equivalenti a quelle svolte in precedenza (falso) perciò stanno mentendo sul lavoro da me svolto per ben 6 anni. Al centralino hanno sempre lavorato 2 persone a tempo pieno e un part time creerebbe problemi a tutta l'azienda, mentre nel mio ufficio sarebbe più gestibile e limitato ad un ufficio. Altro dettaglio forse poco influente ai fini giuridici ma importantissimo x la mia vita è che al centralino il mio unico collega sarebbe il mio compagno di vita, padre della mia bambina. Quindi ciò limiterebbe la nostra libertà personale per quanto riguarda le ferie i permessi ecc.. Vorrei combattere per i miei diritti e quelli di tutte le madri, spero di averne la forza perchè non intendo licenziarmi (chi assumerebbe una neomamma?)


III storia
Vorrei presentarmi, sono una ragazza di 22 anni, impiegata in un ufficio di promozione finanziaria. Sono stata assunta nell'Ottobre 2003 con regolare contratto di apprendista impiegata. Con il mio datore ho sempre avuto (o almeno credo) un rapporto di stima reciproca e fiducia. Nel Settembre 2005 sono entrata in maternità, ormai prossima il parto (ho lavorato fino all'ottavo mese), da qui il bisogno per il mio datore di trovare una semplice SOSTITUZIONE MATERNITà PART-TIME.
A Maggio (periodo anticipato al mio Datore da tempo, per il mio rientro) mi son sentita dire che "per me prevedeva il rientro a Settembre" (che poi era Agosto, dato che i calcoli erano sbagliati). Io ho accettato, anche perché mi faceva piacere rimanere con mio figlio ancora un po'. Ma al mio rientro ho avuto una brutta sorpresa: la così detta "SOSTITUZIONE MATERNITà" un'apprendista impiegata con 40 ore lavorative settimanali, a me spettava un altro impiego.. quello della ricerca di nuova clientela, e la riduzione dell'orario lavorativo perché secondo lui guarderei il soffitto per aria con 8 ore. Ora mi han messo in una scrivania che guarda verso una parete, non posso prendere il telefono in mano, e nessuno viene a chiedermi alcun favore...come se io non esistessi.


IV storia
Gentile Sig. Cecchini, la disturbo di nuovo, questa volta solo per sfogarmi un pò visto che leggere la sua mail mi ha tirato su il morale. Cmq tornando alla mia situazione, le cose sono peggiorate al rientro dalla maternità: il quale era previsto x dicembre, il 4 esattamente solo che il primo giorno non ho trovato computer scrivania e sedia e non si sapeva ancora in quale ufficio sarei dovuta stare; inoltre nessuno mi aveva ancora messo a conoscenza circa le mie nuove mansioni. Ho considerato che non sapevano dove posizionarmi fisicamente e neanche cosa farmi fare, ho pensato tanto vale che mi godo mio figlio, pur avendolo già iscritto al nido in previsione del rientro. Sostanzialmente si trattava di una riduzione dell'orario di lavoro, motivo scarso lavoro, la mia professionalità non serve più, queste sono state le giustificazioni. Ho risposto ciò che più mi sentivo, cioè che le mamme non servono più, che il lavoro che svolgevo io prima lo sta facendo un'altra persona e che ovviamente non intendevo rinunciare all'agevolazione dell'orario di allattamento, quindi per non dare un no secco che avrei voluto dare, ho rimandato la questione ad aprile. Cosa devo fare? Posso un domani dimostrare che questo è una sorta di mobbing? Che devo fare, sono stanca di dire sempre si, il lavoro è importante ma la dignità non può passare sempre in secondo piano. Mi scusi se l'ho annoiata, se ha voglia e tempo di rispondermi sono qui che l'aspetto. Buon Anno

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