Intervista al presidente del Consorzio di Casalpalocco Dr. Fabrizio Testa
di Paola Scacciavillani
Presidente Testa, quanta confusione e soprattutto quanta “voglia di confusione” sul contenzioso infinito tra il Consorzio di Casalpalocco ed il Sig. Corvini! Si fa disinformazione, con intenti terroristici, confondendo i dati relativi alle varie cause in discussione, qualcuno va favoleggiando di spese pro capite per i Consorziati parlando di cifre con infiniti zeri... Noi Consorziati di lungo corso sappiamo bene di cosa si parla e non ci facciamo prendere per il “naso” ma per i “nuovi” Consorziati è indispensabile chiarire questa storia che ha inizio nel secolo scorso.
Prima di tutto vorrei ringraziare il giornale Zeus per avermi dato, ancora una volta, l’opportunità di aggiornare con chiarezza e con dati di fatto sanciti dalla sentenza n. 21026/10 come stanno le cose relative alla famosa causa Corvini.
- Questa storia vede la luce quando, all’inizio degli anni ’90, la Soc. Generale Immobiliare –Sogene viene sottoposta a “liquidazione concordatizia” con la conseguente messa all’asta di appezzamenti di terreno ubicati a Casalpalocco.
- Il Consorzio di Casalpalocco, che per Statuto non può acquistare beni immobili, non può partecipare alla gara.
- Dopo due battute andate deserte, il 20.12.1993, il Sig. Corvini si aggiudica, per 263 milioni di Lire, I BENI INDICATI NEL REGOLAMENTO DI GARA.
Per Casalpalocco le implicazioni sono devastanti perché con l’atto di compravendita il Sig. Corvini diventa acquirente di: depuratore, discarica del verde di risulta, campo pozzi e vasca di raccolta per l’impianto irriguo,piazzali vari per il rimessaggio di materiali e macchine consortili nonché della sede dove sono gli Uffici del Consorzio.
- Nell’atto è inserita una clausola (del quant’altro) in base alla quale la vendita comprende anche oltre ai terreni individuati nell’atto “altresì tutti gli altri comunque facenti capo alla Società venditrice nel comprensorio di Casalpalocco”
Il Consorzio impugnò la validità del contratto del 26 gennaio 1994, convenendo in giudizio il sig. Corvini, i liquidatori concordatizi dei beni della SGI – Sogene ed il legale rappresentante della predetta Società, per far dichiarare la nullità totale dell’atto o, in via subordinata, la nullità della parte relativa al “quant’altro”.
Riassumendo, vengono espressi i tre livelli giurisprudenziali previsti fino ad arrivare ai giorni nostri senza una decisione definitiva.
La situazione si può riassumere così:
- il Tribunale di Roma (sentenza n°1427/02) dichiarò la nullità parziale del contratto, stabilendo che Corvini è proprietario dei suoli in esso specificamente individuati, ma non di quelli nello stesso non identificati e non identificabili;
- la Corte d’Appello di Roma (sentenza n°4162/04) confermò tale decisione, precisando che “per la validità di una compravendita immobiliare è necessario che l’oggetto sia determinato ovvero determinabile in base ad elementi contenuti nel relativo atto scritto (pertanto documentali e non estrinseci all’atto), dovendosi ravvisare il requisito della determinatezza o della determinabilità nella inequivocabile identificazione dell’immobile compravenduto per il tramite di dati oggettivi idonei a non lasciare margini di dubbio sull’identità dell’oggetto della compravendita”;
- la Corte di Cassazione (sentenza n°21026/10) non ha accolto la tesi della nullità totale del contratto sostenuta dal Consorzio, ma con riferimento al “quant’altro” pur confermando, che “l’indeterminatezza od indeterminabilità del bene compravenduto determina la nullità per inesistenza dell’oggetto, come da consolidata giurisprudenza”, ha ritenuto che la Corte D’Appello avrebbe dovuto porsi il problema se l’inciso “altresì tutti gli altri terreni comunque facenti capo alla Società venditrice nel comprensorio di Casalpalocco” comportasse la determinabilità del “quant’altro” stesso e ha rimesso la causa davanti alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, per un riesame in relazione a questo specifico punto.
Praticamente con la sentenza 21026/10 la Suprema Corte di Cassazione non ha, sul piano del contenzioso giudiziario, chiuso la partita, ma la mantiene aperta - sia pure parzializzandola - su una prospettiva di lungo periodo. Quindi sul “quant’altro” la questione rimane apertissima…
La conseguenza pratica di questa pronuncia della Suprema Corte è che rimane assolutamente aperta e sub sudice la questione della nullità del “quant’altro”.
Quali saranno i prossimi passi?
I prossimi passi consisteranno nel riesame davanti alla Corte d’Appello della nullità con riferimento al “quant’altro”, cui seguirà con ogni probabilità un nuovo ricorso in Cassazione ad iniziativa di almeno uno dei contendenti. Possiamo preventivare un contenzioso che andrà avanti ancora una decina d’anni.
Il Sig. Corvini afferma, per mezzo della Gazzetta di Casalpalocco, che la prosecuzione della causa non conviene (ovviamente per lui) ai Consorziati perché comporterebbe perdita di tempo e di denaro, perché, sempre secondo lui, …l’esito finale della causa sarà a suo favore…secondo gli inglesi questo sarebbe un “wishful thinking”, Trilussa direbbe “je piacerebbe” (!)
Sì, proprio in quanto ospitato nella pagina della gazzetta il Sig. Corvini disegna un quadro che ha aspetti paradossali in quanto racconta di venditori che … non sanno cosa vendono…e di un acquirente che … udite udite… ha l’incarico, dopo aver formalizzato l’atto di compravendita, di ..individuare lui stesso (?!?) quali siano i beni acquistati cercandoli in base a due caratteristiche … che siano di proprietà della Sogene e che siano all’interno del perimetro della Convenzione! Ovviamente questo sistema porta inevitabilmente a commettere errori clamorosi…il Sig. Corvini ritiene addirittura di essere divenuto il proprietario della ex Centrale Termica e della relativa area di servizio che, invece, appartengono in proprietà comune indivisa ai condomini delle 13 Isole collegate strutturalmente al vecchio impianto.
Il Sig. Corvini si lamenta del fatto che i Consorziati gli sono fortemente ostili…
A suo dire i Consorziati si sono fatti trascinare, per colpa del CdA del Consorzio di Casalpalocco, in un’ inutile lotta contro di lui … questo ragionamento si basa su una evidente e tendenziosa semplificazione.
Riassumiamo molto brevemente quanto accaduto?
Punto 1: Corvini si aggiudica un’asta riferita a un determinato elenco di suoli offrendo un determinato prezzo.
Punto 2 : I commissari liquidatizi della SGI - Sogene, non si sa quanto consapevolmente, gli vendono, per lo stesso prezzo dei beni ulteriori che nemmeno riescono a individuare, sia come estensione, sia come diritti e che, per di più contengono aree incorporate nella realizzazione di infrastrutture primarie e secondarie del quartiere, il cui costo è stato già scaricato pro/quota sui privati acquirenti delle singole unità immobiliari (abitative e/o commerciali) e che sono affidate temporaneamente alla gestione del Consorzio, ma destinate ad entrare, per espressa volontà della medesima Impresa costruttrice, nel demanio pubblico comunale.
Punto 3 : Corvini, nelle more del contenzioso principale, promuove diverse cause nei confronti del Consorzio, con riferimento a strutture specifiche: (i) pretende di sfrattare il Consorzio, per finita locazione e prima della scadenza del contratto, dalla sede degli uffici consortili (con i problemi e costi che lascio immaginare); (ii) chiede che venga vietato al Consorzio l’uso del depuratore, dei pozzi dell’acqua irrigua e del vascone, o comunque che il Consorzio venga condannato al pagamento di ingenti somme per continuare a utilizzare queste infrastrutture indispensabili per fornire ai consorziati i sevizi primari; (iii) Il Consorzio si difende e, per fortuna, vince queste battaglie parziali evitando la più grande sciagura che possa accadere ai consorziati, cioè di dover abbandonare le proprie case per il mancato funzionamento del depuratore o, nella migliore delle ipotesi, spendere centinaia di migliaia di euro per lo smaltimento delle acque bianche e nere e per irrigare i propri giardini.
Concludendo?
Concludendo, il Consorzio continuerà in questa battaglia di civiltà finalizzata a consentire a tutti i consorziati, anche quelli che tradizionalmente, si oppongono alla mia gestione, di ottenere i servizi che la Sogene si è impegnata a offrire per poter edificare a Casalpalocco e credo che anche chi osteggia l’attuale CDA su questo punto non possa che concordare o essere al mio fianco, salvo che ….. non vi siano interessi diversi da quelli del bene della comunità, cosa a cui non voglio nemmeno pensare, anche se, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina.
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