È molto importante che l'articolo sul "Tram su gomma" sia comparso in questo momento di dibattito sul “Ponte dei Congressi”.
Devo però formulare le seguenti importanti correzioni:
1^ Correzione
Il termine “tram leggero su gomma”, usato in prima colonna, è un termine che non esiste. Tale termine può generare confusione nei lettori, perché esiste una metropolitana leggera, ma non un tram leggero. Esiste caso mai la distinzione tra un tram su ferro ed un tram su gomma. I tram su gomma, rispetto a quelli su ferro, hanno il grande vantaggio di non richiedere la posa di binari (la qual cosa costituisce un grosso risparmio).
2^ Correzione
È stato errato fare riferimento alla mia proposta come a quella di una “sorta di filobus che viaggia su corsia protetta”. La proposta, come si può leggere nel documento che ho prodotto (clicca qui per leggere il documento), prevede che il tram su gomma viaggi obbligatoriamente in sede propria solo tra la Fiera di Roma e l’Eur, mentre possa addirittura immettersi sull’autostrada nel tratto solitamente poco trafficato compreso tra la Fiera di Roma e l’Aeroporto di Fiumicino.
3^ Correzione
Non andava trattato il tipo di alimentazione, ne’ fatta men che meno la fantasiosa citazione ad una “alimentazione con campo magnetico”.
Per non sbagliare sarebbe bastato riprendere pari pari le parole del mio documento: I sistemi “Tram su gomma” presentano tra di loro sostanziali differenze proprio nell'elemento distintivo peculiare costituito dal tipo di vincolo (meccanico, ottico, magnetico).
Andava caso mai sottolineata la differenza tra i tipi di vincoli che, in alternativa alle antiquate rotaie, permettono a questi mezzi di seguire automaticamente un tracciato prefissato.
C’è il “vincolo meccanico” dei primi tram su gomma, dove l’esatto posizionamento del veicolo era garantito da un ruotino inserito in una scanalatura presente nella sede stradale.
Tale scanalatura, ben visibile in una delle due illustrazioni riportate nell’articolo, è molto pericolosa per i motociclisti (sarebbe stato bello che sotto la figura, fosse stata riportata una didascalia del tipo “vecchio tram su gomma a vincolo meccanico”).
C’è poi il “vincolo ottico”, costituito da una traccia visiva (potrebbe essere costituita anche solo da una striscia bianca dipinta sul manto stradale) che il veicolo può seguire con un lettore ottico.
C’è poi il “vincolo magnetico”, costituito da una traccia realizzata posizionando all’interno del manto stradale dei cilindretti metallici che il veicolo può seguire con un lettore magnetico.
Questo terzo tipo di vincolo è sicuramente più affidabile di quello ottico ed è quello che è stato realizzato per il tram automatico di Eindhoven.
È intuitivo capire che il secondo ed il terzo tipo di vincolo permettono al mezzo, all’occorrenza, di “svincolarsi molto facilmente da un tracciato prefissato” (semplicemente disattivando il lettore ottico o magnetico) e di circolare liberamente come un semplice bus.
4^ Correzione
Per quanto sopra specificato, è del tutto errata la frase: “È quindi all’occorrenza indipendente dalla linea elettrica (diversamente dal filobus) perché corre su un tracciato che sprigiona il magnetismo necessario a farlo muovere”.
Già ora esistono dei filobus ibridi, che possono viaggiare indipendentemente dalla linea elettrica. Come detto, la distinzione non è nell’alimentazione, ma nel sistema che permette di seguire automaticamente, secondo le necessità. un tracciato vincolato o meno.
Ing. Paolo Ercolani
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