"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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sabato 30 gennaio 2010

La realizzazione della Linea C sta diventando un vero "bagno di sangue".


Scritto dall'ing. Paolo Ercolani

La realizzazione della Linea C sta diventando un vero "bagno di sangue". Sono troppe le persone tenute all'oscuro sul questo "suicidio economico", che sta rischiando di drenare tutte le risorse destinate a Roma, che, altrimenti, potrebbero essere utilizzate per interventi più economici ed altrettanto utili. Eppure basterebbe che Alemanno leggesse l'intervista rilasciata dal Prof. Tamburrino al portale dell'Eur (http://www.eur.roma.it/interviste.php?intervista=2), che per comodità riporto qui di seguito: Parlando più in generale della mobilità romana, nel documento citato prima, lei afferma che la metro C sta diventando da distributrice a passante del centro storico. Secondo lei valeva la pena spendere tutti quei soldi per una linea di metropolitana inutile o che comunque servirà a ben poco?Sicuramente no, credo di averlo scritto a chiare lettere. Il problema è che la metro C viene concepita tanti anni fa e viene definita come una metropolitana pesante, tradizionale, esattamente come la metro A e la metro B. Queste metropolitane sono di prima generazione e quindi non differiscono in nulla da un treno, solo che il treno in genere va in superficie e la metropolitana va sotto i palazzi. Pertanto la metropolitana di prima generazione conserva tutte le rigidità del treno: il treno deve avere pendenze molto dolci, deve avere delle curve molto ampie e deve avere delle stazioni molto lunghe. Questo è il treno-metropolitana. Ma adesso noi abbiamo superato questo concetto perché la metropolitana ha preso una sua evoluzione più specifica e quindi il modello non è più un treno, ma è l'ascensore orizzontale, cioè un sistema molto rapido, molto frequente e totalmente automatizzato. Il problema si aggrava se si considera che Roma ha grandi problemi per il suo sottosuolo: l'archeologia, la geologia, l'idrogeologia, le fondazioni dei palazzi, ecc., quindi se c'è una città dove si deve auspicare la massima utilizzazione della tecnologia moderna, questa è Roma perché una tecnologia con metropolitane leggere, su gomma, a totale automazione, significa una possibilità di sviluppo planimetrico e altimetrico molto più fluido con conseguenze molto positive.Infatti con il progetto attualmente in corso le stazioni vengono ubicate ad elevate profondità per evitare l'attraversamento degli strati archeologici; ma ciò comporta un notevole disagio per i passeggeri che devono affrontare un percorso di risalita fino a 40-50 metri.Invece, con un sistema moderno è la metropolitana che risale in corrispondenza delle stazioni e quindi il percorso del passeggero è molto più breve; c'è tutta un'altra qualità con la vecchia tecnologia. Il risultato a cui oggi siamo giunti, qual è? È che nel centro storico, su sette stazioni, due sono state cancellate e, tra l'altro, si tratta di due stazioni importanti. Le altre che sono rimaste in qualche modo si faranno, ma porteranno grossi sacrifici in termini di patrimonio archeologico. Per esempio, la stazione di piazza Venezia alla fine si farà, però per fare la stazione la tecnica costruttiva prevede di realizzare delle paratie profonde sui quattro lati della piazza, dopodiché bisognerà svuotare tutto quello che c'è ed è un grosso danno alla nostra storia. È vero che i resti archeologici si possono portare da un'atra parte, però altra cosa è averli nei luoghi originari. È come dire: sì, il Colosseo lo possiamo anche spostare, però nasce in quel contesto e lì sviluppa tutte le sue valenze. Quindi una parte delle stazioni le eliminiamo, quelle che rimangono sono scomode, distanti una dall'altra e profonde, per cui la qualità del servizio della metro C viene a cadere. Tanti soldi, tanti sacrifici, anche in termini di patrimonio, per avere pochi benefici.Ritengo che fino a che si è in tempo, senza buttar via quello che già è stato fatto in termini di costruzioni, si può adeguare la tecnologia. Questo nessuno ce lo vieta; si tratta solo di applicare un po' di buon senso e di esercitare una volontà politica. Per il resto avremmo solo vantaggi.
Nel link che segue: http://www.paconline.it/2009/12/30/roma-che-fine-fara-la-tratta-t3-della-metro-c/ viene spiegato che fine farà una tratta della Metro C; mentre è utile ricordare, come si evince dal link http://www.ilgiornale.it/roma/aggiudicata_gara_realizzazione_linea_metro_c/15-02-2006/articolo-id=65324-page=0-comments=1, che la Regione Lazio partecipa al finanziamento della Linea C solo per il 12% dell’importo totale (giusto per fare le debite proporzioni, che dall’articolo non si evincono, ed avere contezza dell'importo totale della "lievitazione dei costi").
E' bene sapere che l’auspicato “regalo di Natale” non c’è più stato. Sarebbe stato un regalo di Natale ben costoso.
Troppo costoso.

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