di GIANLUCA CAVINO
Ci troviamo ad una sfida epocale di fronte alla quale l’Italia deve fare la sua parte.
Oggi a livello globale il concetto di tutela ambientale e i problemi legati all’ambiente sono diventati universali e posti da tutti come prioritari.
La vecchia logica che vedeva l’ambiente antitetico con lo sviluppo e il progresso ha fortunatamente lasciato il posto ad una nuova concezione che si pone come obbiettivo non solo il tentativo di conciliare sviluppo e tutela, ma di promuovere innovazioni e miglioramento della qualità della vita delle persone partendo proprio dalla natura e da fonti inesauribili con tecnologie altamente avanzate. In sintesi lo sviluppo come strumento di tutela ambientale.
Gli esseri umani hanno quindi ben compreso che il sistema economico e di sviluppo fin qui portato avanti anche dall’Europa ha prodotto e sta producendo dei cambiamenti che mettono a repentaglio la stessa sopravvivenza del genere umano. Poche parole bastano per comprendere che i mutamenti climatici e gli effetti devastanti che si ripercuotono nel piccolo vivere quotidiano può aprire una stagione nuova nel mondo nella quale rischia di essere compromesso lo stesso ordine naturale costituito.
Da una logica incentrata sullo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali disponibili, siamo passati ad una concezione che vede l’uomo non più padrone assoluto della natura ma parte di un tutto inscindibile regolato da leggi naturali che non riesce a conoscere e controllare pienamente. Se anche a livello sentimentale l’opinione pubblica occidentale ha ben percepito che il concetto di tutela ambientale e di razionalizzazione delle risorse vitali per l’uomo stesso (acqua, terra, energia) investono un’importanza decisiva nel modo di vivere e di stare nel mondo.
Oggi si è compreso che il problema ambientale riveste caratterizzazione fondamentale anche nell’economia, nel sociale, nella cultura, nei lavori pubblici, nell’urbanistica offrendo non solo preoccupazioni ma anche risposte e stili di vita diversi che possono essere ricercati partendo dalla natura stessa.
Ciò rappresenta una vera e enorme rivoluzione culturale che cambia il nostro modo di pensare e di agire, un atteggiamento dettato anche dall’urgenza di risolvere problematiche che non possono più essere rimandate.
Le domande che ci poniamo, tutt’altro che filosofiche, partono da presupposti concreti e da un requisito ormai inevitabile che è l’ONESTA’, la quale mette in discussione non solo il sistema economico e le lobby che con il tempo si sono create e che ostentano cambiamenti coraggiosi, ma pone i bisogni della collettività al centro degli interessi. Da una fase nella quale i vantaggi erano per pochi e i danni per tutti si deve passare ad una fase dove i vantaggi siano per tutti e non ci siano danni da curare.
Abbiamo non più di 15 anni ancora per tentare di limitare i danni e costruire un modo nuovo soprattutto nel sistema energetico, altrimenti sarà la natura stessa a decidere cosa fare e a trovare un nuovo equilibrio.
Il tema che riveste particolare attenzione è proprio quello energetico. La domanda che ci poniamo è chi sarà il paese che si porterà a casa l’ultima goccia di petrolio?
Sappiamo tutti ormai che le fonti energetiche non rinnovabili, tra le quali anche il petrolio, stanno esaurendo. Si estraggono 20.000.000 di barili di petrolio al giorno che se li moltiplichiamo per 50 dollari a barile abbiamo una cifra pari a 10 miliardi di dollari al giorno alla quale va aggiunta una somma pari per le tasse. Quale economia è in grado di vantare simili cifre?
A fronte di questo ci basti pensare che nel mondo esistono ben 900.000.000 di automobili che riversano in atmosfera ben quattro volte del loro peso di anidride carbonica.
Siamo sempre più convinti che il SOLE sia l’unica soluzione in un mondo che già deve fare i conti non solo con l’ambiente ma con l’autonomia energetica.
Il SOLE è anche pace, proprio perché è di tutti non è necessario inventare guerre o predomini o tacite colonizzazioni per accaparrarsi un bene che si dona gratuitamente a tutti.
La domanda che ora ci poniamo è se basta il sole, il fotovoltaico per sostituire il petrolio?
Sicuramente NO.
C’è urgenza di investire su Ricerca, Sviluppo e innovazione soprattutto nel campo energetico e delle fonti rinnovabili e questo porterà anche la creazione di numerosi posti di lavoro.
Occorre puntare fortemente su un nuovo SOLARE TERMODINAMICO la cui prima intuizione venne ad Archimede con i suoi specchi ustori, ora il sistema di collettori parabolici immagazzina energia sotto forma di calore attraverso sali fusi che raggiungono temperature pari a 550°C, che costituiscono il fluido termovettore con il il grande vantaggio, rispetto al solare comune di accumulare energia e quindi utilizzarla anche quando non è possibile usufruire dei raggi solari.
Per il trasporto è stato più volte proposto l’IDROGENO che, è bene ricordare, non è un produttore di energia ma ne è portatore. Se si studierà e lavorerà per produrre idrogeno attraverso procedure pulite, ad esempio usando l’energia solare per la lisi dell’acqua, allora potrà rappresentare il vero futuro anche per i trasporti su gomma. Mentre per treni e navi l’uso di celle ad Idrogeno risulterebbe fin da ora conveniente rispetto alla produzione di gas serra.
Una alternativa concreta nell’immediato, per il trasporto è costituita dal BIOETANOLO che si ottiene per fermentazione alcoolica da Biomasse, costituite da residui di coltivazioni agricole, forestali, eccedenze agricole, coltivazioni ad hoc in aree lasciate ora improduttive per le norme sulle eccedenze alimentari e rifiuti urbani. Attualmente in Italia la disponibilità di biomasse utilizzabile per fini energetici corrisponde a circa 45 milioni di tonnellate l’anno i terreni non utilizzati perché improduttivi o incolti sono almeno 20.000 kmq, che se utilizzati a fini energetici potrebbero produrre circa 30 milioni di tonnellate di biomassa in totale si potrebbero ottenere già da ora 25 milioni di tonnellate di bioetanolo, corrispondenti a circa un terzo dei combustibili oggi necessari per l’autotrazione. Bisogna inoltre ricordare che, oltre al minore inquinamento dell’aria ed alla non contaminazione dei terreni e delle falde freatiche, in caso di dispersione accidentale del bioetanolo nell’ambiente, i residui di produzione dello stesso sono fertilizzanti, materiali polimerici biodegradabili ed altri prodotti utili e non si ha emissione di inquinanti alla fine del ciclo produttivo. In fine il bilancio energetico nella produzione di bioetanolo segna un attivo del 34% con la odierna tecnologia che può essere innovata e resa ancor più vantaggiosa.
In sintesi: il solare (eolico, fotovoltaico, solare termico) per l’energia ed il bioetanolo per i trasporti.
Questa è la proposta che fanno i Verdi e che rappresenta una vera svolta epocale non solo in termini ambientali ma anche economici, sociali e culturali.
Dobbiamo cominciare a pensare ad una società senza il petrolio e anche senza il carbone perché come è risaputo il carbone lo si dà ai bambini cattivi.
Se non cominciamo da subito a lavorare in questa direzione lo faranno altri al nostro posto e tra 15 anni l’Italia si troverà obbligata a utilizzare energia rinnovabile prodotta da altri paesi.
"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.
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