Avete presente le opere dell'artista olandese Maurits C. Esher, quei disegni surreali in bianco e nero pieni di strade e scale che si intersecano, ma non portano da nessuna parte anche se ad un primo sguardo sembra tutto logico? Ebbene, l'architetto che ha pensato, disegnato e poi messo in opera la singolare struttura stradale all'incrocio tra le vie Romani-Cilea-Boezi di sicuro è un emulo di Esher. La singolare rotonda, che poi una rotonda vera e propria non è, avrebbe dovuto mettere in sicurezza il pericoloso incrocio, invece ha finito per creare un ircocervo architettonico che fa letteralmente impazzire gli automobilisti, procurando stati di ansia e complessi di inferiorità. Infatti, da qualunque direzione si provenga, chi è al volante non sa cosa fare e come diavolo imboccare la strada giusta per continuare la marcia nella direzione voluta. Se lo scopo era quello di far rallentare gli automobilisti corsaioli, bèh, allora chi ha pensato quella astrusa rotonda ha centrato in pieno l'obiettivo. Giunti in prossimità dell'incrocio, infatti, i guidatori sono costretti non solo a rallentare, ma anche a fermarsi in preda allo sconcerto, per capire in che modo proseguire.
Io non sono un architetto, né tanto meno un urbanista, ma è mai possibile che non vi fosse una soluzione meno kafkiana?
Maurizio Giandinoto
Io non sono un architetto, né tanto meno un urbanista, ma è mai possibile che non vi fosse una soluzione meno kafkiana?
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