In alcuni Paesi questo slogan si è trasformato in realtà, o quantomeno si è applicato cercando di raggiungere il massimo risultato. Uno di questi Paesi è stata la Germania, che, dopo la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della Germania Est con la Germania Ovest, trovandosi in una situazione economica disperata, ha applicato il principio, riducendo le ore lavorative a favore della massima occupazione. Il risultato è stato quello che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi: la Germania è tornata ad essere una nazione economicamente trainante.
Oggi Mr. Obama, il neo eletto Presidente degli Stati Uniti d'America, ha fatto suo questo slogan per far ripartire l'economia USA.
E in Italia? Nel "Bel Paese" durante tutta la prima repubblica esisteva il "Ministero del Lavoro e della Massima Occupazione", che, almeno nel Titolo aveva la mission della "Massima Occupazione", mai raggiunta per diversi motivi tra cui il momento storico errato, ma almeno era nelle intenzioni del dicastero.
Oggi stiamo vivendo una crisi economica da molti indicata come la peggiore dal dopoguerra: siamo testimoni di fallimenti aziendali, acquisizioni, incorporazioni, cessioni di rami d'azienda, licenziamenti, cassaintegrazioni, migliaia di famiglie sul lastrico, ecc... ma nessuno ha avuto ancora il coraggio di applicare un metodo già collaudato che, seppur semplice, farebbe la differenza.
Chiunque abbia qualcosa più di un'infarinatura in tema di dinamiche economiche sa bene che ridistribuire il monte ore lavorative tra più lavoratori per far lavorare tutti NON è affatto una soluzione. In Francia, tanto per fare un esempio, l'sperimento delle 35 ore, che era nato proprio a questo scopo, non ha funzionato.
RispondiEliminaSemmai, per non perdere troppi posti lavoro bisognerebbe aumentare il sostegno economico agli imprenditori, piccoli e grandi, che sono il motore dell'economia. Ma attenzione: NON elargendo soldi a pioggia, che anziché incentivi diverrebbero subito regali a "babbo morto", bensì favorendo l'accesso al credito e quindi le riconversioni industriali, o artigianali e imprenditoriali, puntando ad attività più remunerative che possano produrre nuovi posti di lavoro o per lo meno mantenere quelli esistenti.
Maurizio Giandinoto