Mi trovo a Collevecchio.
Davanti al camino, sfoglio un album di fotografie.
Sorrido vedendo le foto di papà.
Da quanto è morto?
Da sedici anni.
Ne è passato di tempo, ormai, ma il ricordo è ancora vivo.
Bruciante.
Proprio come allora.
Da quando papà non c’è più, mi sento ancor più legato a lui.
Perché mi manca.
Probabilmente è il segno di una volontà che ci vuole legati per sempre.
Mi manca il suo umorismo, la sua acuta osservazione degli altri.
Mi manca la sua educazione, la sua cultura che non esibiva mai.
Mi mancano le sue parole, i suoi messaggi, le sue battute con i tempi comici perfetti.
Mi manca la sua faccia tonda, aperta e fiduciosa.
Con un accenno di opulenza che lui per altro portava con molta leggerezza.
Mi manca la sua stuzzicante ingenuità sempre pronta a rilevarsi in un sorriso.
Ricordi...
Tornano sempre, anche quando non dovrebbero…
Brandelli di passato.
Stilettate di dolore, di angoscia.
“La vita è solo un sogno.”
Quella frase, le ultime parole di un uomo che credevo invincibile.
Immortale.
Oggi vorrei tanto telefonargli per dirgli, sottovoce, che gli voglio sempre bene.
Che lo ricordo com’era veramente: un papà speciale.
Un papà intelligente.
Soprattutto un papà buono.
Quando mi addormento in poltrona, mentre nel camino il fuoco si spegne lentamente, sulle pagine lucide dell’album spiccano ancora le tracce delle mie lacrime.
Davanti al camino, sfoglio un album di fotografie.
Sorrido vedendo le foto di papà.
Da quanto è morto?
Da sedici anni.
Ne è passato di tempo, ormai, ma il ricordo è ancora vivo.
Bruciante.
Proprio come allora.
Da quando papà non c’è più, mi sento ancor più legato a lui.
Perché mi manca.
Probabilmente è il segno di una volontà che ci vuole legati per sempre.
Mi manca il suo umorismo, la sua acuta osservazione degli altri.
Mi manca la sua educazione, la sua cultura che non esibiva mai.
Mi mancano le sue parole, i suoi messaggi, le sue battute con i tempi comici perfetti.
Mi manca la sua faccia tonda, aperta e fiduciosa.
Con un accenno di opulenza che lui per altro portava con molta leggerezza.
Mi manca la sua stuzzicante ingenuità sempre pronta a rilevarsi in un sorriso.
Ricordi...
Tornano sempre, anche quando non dovrebbero…
Brandelli di passato.
Stilettate di dolore, di angoscia.
“La vita è solo un sogno.”
Quella frase, le ultime parole di un uomo che credevo invincibile.
Immortale.
Oggi vorrei tanto telefonargli per dirgli, sottovoce, che gli voglio sempre bene.
Che lo ricordo com’era veramente: un papà speciale.
Un papà intelligente.
Soprattutto un papà buono.
Quando mi addormento in poltrona, mentre nel camino il fuoco si spegne lentamente, sulle pagine lucide dell’album spiccano ancora le tracce delle mie lacrime.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)
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