"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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martedì 8 gennaio 2008

Schiavo del telefonino



Questo cuore di padre è disposto a tutto per aiutare i propri figli.

Ma non di andare in bancarotta per le loro spese telefoniche, sempre più costose, ahimè!

Ma come, direte voi, da qualche tempo gli operatori di telefonia mobile fanno a gara nell’offrirci gratuitamente
telefonini, conversazioni telefoniche e sms!

Certo, stando alle campagne pubblicitarie, chi usa il cellulare non spende neanche un euro.

Eppure, leggendo attentamente le offerte, si scoprono costi, tariffe e abbonamenti di cui non si parla nelle pubblicità.
Chi, per esempio, aderisce all’offerta Vodafone No Problem ottiene un telefonino scontato, aderendo, però, a una tariffa specifica.
Dovrà così effettuare ogni mese almeno 20 euro di telefonate. Altrimenti sarà costretto a pagare un contributo di 9 euro per ciascun mese non in linea con i 20 euro di traffico. Inoltre, in caso di recesso anticipato, l’utente dovrà pagare tutte le rate rimanenti. Insomma non proprio un regalo.
Per non parlare, poi, dei messaggini degli spot di Tim Tribù, dove non è facilmente leggibile l’indicazione relativa al costo di attivazione. Del resto Tim modifica spesso i piani tariffari. Per questo motivo le associazioni di consumatori hanno diffidato la Tim.
A questo punto conviene non credere ai regali delle compagnie telefoniche, ma cercare di capire cosa realmente propongono e cosa, invece, ci conviene. Per quanto ne so io, i costi dipendono anche dalle nostre abitudini
. Mi riferisco al numero delle chiamate, dato che lo scatto alla risposta può incidere molto, ai giorni in cui telefoniamo, se festivi o feriali. Vabbè: scuoto la testa pensando anche alla durata media delle telefonate. Senza dimenticare, inoltre, di far attenzione ai numeri dei destinatari, se fissi o cellulari e se appartengono ad altri operatori. Va bene, alla fine pure le fasce orarie sono importanti. E così via. Ma non sempre la ricerca del profilo migliore aiuta. Già. Sconcertato rifletto: riuscirò veramente a trovare un’offerta conveniente?
Forse.
Poi, improvvisamente mi viene un’idea: chiediamo alle compagnie telefoniche di non produrre più cellulari e di tornare al telefono a gettone. Con un sogghigno ammetto, infatti, un mio grande difetto: non amo il telefonino!
Appartengo a quella esigua minoranza di cittadini che per fare una telefonata vorrebbe ancora usare il telefono pubblico. Ed il mio è certo un atteggiamento da snob.
Cavolo, non credo di essere così raffinato.
La ragione per la quale non amo il cellulare è molto più semplice: non mi piace. Il telefonino squilla a scuola, al cinema, al supermercato, al bar, al teatro, in Chiesa (ne sa qualcosa Don Alberto!). Il telefonino squilla al ristorante e tutti i clienti, simultaneamente, sfoderano il proprio cellulare.
E invece, è quello del cameriere. Il telefonino squilla in volo e l’aereo rischia la catastrofe. La gente, oramai, arriva anche a dormire con il telefonino vicino il cuscino, come fa, del resto, il mio primogenito Gabriele.
Oltretutto induce al turpiloquio. Infatti, con il telefonino siamo sempre in contatto con tutti e tutto: mogli, figli, cognati, ma anche scocciatori vari che riescono inevitabilmente a raggiungerci sempre nei posti più impensati. L’unico vizio che il telefonino non asseconda è l’avarizia. Perché ci fa spendere molto di più di quanto spendevamo prima, usando il vecchio telefono fisso o a gettone.
Ma è dal punto di vista macro-economico che il telefonino diventa un vero danno sociale.
Infatti da quando ci sono i telefonini, si studia poco, si lavora distrattamente e si produce sicuramente di meno. Perché siamo sempre al telefono per dire, molto spesso, parole inutili.
Non dimentichiamoci poi, che, mentre conversiamo, veniamo ascoltati da poliziotti, carabinieri, giudici, agenti segreti, radioamatori e semplici impiccioni, che vivono con l’orecchio incollato ai loro apparecchi d’intercettazione.
Ed è per questi motivi che io, invece, vorrei ritornare alle vecchie tradizioni, come facevano i miei genitori e i miei nonni.
E, senza la forza di 3 e l’aiuto di Tim, Wind e Vodafone, in un mondo di schiavi della scheda telefonica, vorrei tornare ad essere un gettone-dipendente. Splendido.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

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