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mercoledì 30 marzo 2011

Paola Scacciavillani ... intervista Nicole Pasquale

Ventuno anni ed ha già scritto un libro … Nicole Pasquale e “Un amore sbagliato”, un romanzo ambientato a Casalpalocco

di Paola Scacciavillani

Nicole Pasquale è una giovanissima scrittrice che vive all’Infernetto. E’ una ragazza molto bella e solare, intraprendente, decisa...queste sue caratteristiche sono sicuramente collegate alla serenità che le trasmette la sua famiglia, cosa che è evidente quando si parla con tutti loro. Intervistare Nicole per il mensile Zeus è stata, oltre che una piacevolissima esperienza, soprattutto una grande sorpresa perché la nostra scrittrice ha solo 21 anni e già parla d’amore…addirittura di “Un amore sbagliato”, confesso che la cosa mi ha incuriosito al punto da leggere il libro tutto in un fiato, e dopo la lettura…un mare di domande hanno affollato la mia mente…eccole!

Ciao Nicole! Ho sempre pensato che per diventare scrittrici bisogna avere prima un altro grande amore, la lettura, è stato così anche per te?

Certamente leggere aiuta. Lo dicono tutti, ma anche se detto e ridetto non è mai scontato. Leggo da quando avevo 3 anni e mezzo e non ho mai smesso di farlo. Ora posso dire la mia: leggere aiuta.
A me, personalmente, ha aiutato a tirare fuori una parte di me che forse non avrei mai conosciuto: quella della scrittrice.

A vent’anni sei riuscita a coronare il sogno che, probabilmente molti di noi sognano e magari realizzano solo in età adulta, come ti sei scoperta nel ruolo di scrittrice di romanzo?

Così, da un momento all’altro mi sono trovata davanti un portatile, senza però solo il desiderio di connettermi a Facebook o di chattare su Messanger, ma con un intento diverso che avrebbe accompagnato le restanti sedute davanti al mio computer.
Fino a che, a poco a poco, dalle mie dita prende vita una storia che mi catapulta in un mondo nuovo. Dove io ci sono, e non solo dall’esterno perché i personaggi inizio a conoscerli piano piano, li vedo delinearsi sotto i miei occhi proprio come li incontrassi davvero e li scoprissi solo vivendoli.
E cosi è stato che “Un amore sbagliato” è uscito da me. Senza che l’avessi premeditato, senza che ne avessi tracciato il profilo. Si è delineato da solo, in mezzo ai miei ricordi, ai miei pensieri, alle mie paure, ai miei desideri. E io l’ho fatto: l’ho raccontato. E non da narratore onnisciente, ma quasi inconsapevole.

Possibile che in “Un amore sbagliato” ci sia un po’ di te, di una giovane poco più che ventenne?

Si, si ho messo un po’ di me,certamente! Tutti i personaggi hanno un po’ di me. Sono figli dei miei vent’anni.

L’Amore è sempre stato l’argomento che maggiormente ha ispirato poeti (Neruda, Prevert, Majakovsy e lo stesso Cohelo) e romanzieri nei cui libri spesso la parola “amore” appare nei titoli L’amore coniugale di Moravia, un amore maturo sofferto e tormentato, L’amore ai tempi del colera di Marquez, un inno all’amore magico e poetico L'amore giovane di Ethan Hawke, un amore acerbo che stenta a crescere o l’ironico saggio L' amore dura tre anni di Beigbeder Frédéric. Come mai il “tuo” amore diventa sbagliato? Cosa può esserci di sbagliato in un amore?

Sicuramente se si guarda all’amore di per sé, a prescindere da tutto, è senza dubbio una contraddizione in termini definirlo “sbagliato” forse la cosa più “sbagliata” sarebbe proprio trovare in un amore un qualcosa di sbagliato. Se invece, però, ci accingiamo a guardarlo e a pensarlo calato nella realtà, a stretto contatto con altri sentimenti, altre emozioni e anche altri valori, è lì che l’amore, appunto, per non diventare sbagliato, deve riuscire a inglobarli tutti in sé, senza distruggerne o annientarne alcuno. Di modo tale che quando tradisce tutto e tutti, quando “passa sprezzante e indifferente sul dolore di tutti”, come io stessa ne parlo nel romanzo, non può che risultare agli occhi di chi questo amore lo subisce, semplicemente un amore sbagliato. Un modo sbagliato di amare. O, talvolta, una persona sbagliata da amare.

Vuoi presentarci i personaggi principali del tuo libro: Simo e Ale, Luca e Andre, un quartetto intricato che ci ricorda le commedie francesi di Feydeau costruite sul malinteso, sulla gelosia e sul tradimento.

Simo rispecchia in tutto e per tutto l’adolescente modello: la studentessa brillante, la fidanzata dei sogni, l’amica ideale. Ed è proprio quando sente tutte queste certezze essere strettamente ancorate a lei, che le perde. Perdendosi inevitabilmente anche lei. Il romanzo si incentra proprio sulla scossa elettrica che pervade la sua esistenza in un breve periodo, ma sufficiente a cambiarle la vita.
Ale è la migliore amica di Simo, o meglio, l’amica del cuore. Il che è molto di più. E’ una ragazza fragile ed emotiva, continuamente alla ricerca di certezze e sicurezze più negli altri che in se stessa. E proprio per questo più portate a sbagliare nello scegliere le persone al suo fianco.
Andre è il fidanzato storico di Simo: il ragazzo romantico, attento e premuroso che l’ha fatta follemente innamorare. Hanno sempre vissuto la loro storia in modo trasparente e leale, senza ombre o misteri. Fino a quando…
Luca è il classico playboy bello e impossibile di cui Ale è da sempre innamorata. Nessuno però è mai riuscito a entrare nel suo cuore, niente è mai stato in grado di scalfirlo. Si dimostra quindi all’apparenza come un ragazzo privo di scrupoli e superficiale, che a sguardo più attento però può rilevare la sua folle ricerca d’amore accompagnata da una grande paura di viverlo.

Quale dei due sentimenti è più forte, secondo te, l’amicizia o l’amore? E come si sentono i tuoi personaggi quando sono costretti a privilegiare l’uno al posto dell’altro?

L’amore e l’amicizia sono le due colonne portanti del mio romanzo. Entrambi visti a tutto tondo, in tutte le loro sfaccettature e in relazione tra loro. E d’altro canto sono i pilastri fondamentali dell’esistenza di ognuno, quei due sentimenti forti e imponenti che nella maggior parte dei casi sono gli artefici delle nostre scelte, del nostro modo di vivere la vita. L’amore, in particolare, è la più alta espressione di noi stessi, il motore della nostra vita, il fine ultimo della nostra esistenza. Talmente grande da inglobare anche l’amicizia, che non è che un ramo dell’amore e può essere in esso inglobato. Proprio per questo nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi nella situazione di scegliere tra essi, perché vorrebbe dire rinunciare comunque a una parte di se stessi. Inutile negare però che l’amore è espressione della nostra continua ricerca verso la felicità, talvolta anche egoisticamente, finendo sempre col prevalere sull’amicizia.

François de La Rochefoucauld nelle sue Massime scrive: La gelosia si nutre di sospetti, e si trasforma in furia o muore nel momento in cui il sospetto si tramuta in certezza. Quanto ci si ritrova di questa frase nel tuo libro?

Un altro tema fondamentale affrontato nel mio libro è proprio quello della gelosia, quel sentimento forte e struggente che molto spesso accompagna l’amore. Si è gelosi quando si ama talmente tanto da vivere nella costante paura di perdere la ragione della propria felicità. Ma talvolta, se non tenuta a freno, si rischia che la stessa possa sopraffare tutto il resto, diventando padrona della stessa persona che la nutre, accecandola per poi trascinarla irrimediabilmente verso il fondo.
Un aspetto molto evocativo del tuo libro, accanto e oltre l’amore, è quello delle atmosfere scolastiche: le interrogazioni, gli esami, la professoressa Imbruglia il cui nome è già tutto un programma.

Come vivono questi momenti i personaggi del libro?

Nel mio romanzo si respira fortemente l’aria di scuola: i personaggi vivono le loro vite calati nella quotidianità di un qualunque liceale alle prese con i più frequenti dilemmi: dall’amore, all’amicizia, alla scuola. Dopotutto nel periodo del liceo un ragazzo passa a scuola la maggior parte del suo tempo e il pensiero delle interrogazioni, verifiche, compiti in classe diventa ancora più pregnante l’ultimo anno quando incombe la tanto temuta maturità. Le due protagoniste femminili sono molto coinvolte da tutto questo, in particolar modo Simo, alla quale ho trasmesso la stessa passione per lo studio e la voglia di essere sempre preparata e all’altezza di ogni situazione che io possiedo.

Lo scrittore Federico Moccia, autore non più giovane ma di grande successo tra i giovani, ambienta i suoi romanzi nella zona del Villaggio Olimpico, il tuo libro, invece è ambientato a Casalpalocco, a ridosso del mare. Ci sono anche lì dei punti chiave di ritrovo dei giovani come il famoso ponte dei lucchetti?

Sì, il mio libro è ambientato laddove anch’io ho trascorso e continuo a trascorrere la mia adolescenza: a Casalpalocco. E’ una bellissima località immersa nel verde, tra la città e il mare, di cui mi sono innamorata già dall’età di 9 anni quando insieme alla mia famiglia mi ci sono trasferita. Ed è proprio dove io stessa ho vissuto le emozioni di cui parlo, dove sono cresciuta e dove sto ancora crescendo che ho immaginato e raccontato l’intricata storia dei miei protagonisti. Sicuramente un luogo celebre di questa zona sono Le Terrazze, come anche l’isola 46, il liceo Democrito, fino al mare di Ostia al quale spesso faccio riferimento. Tutti luoghi che fanno parte di me e che considero la mia casa.

Per concludere, dal tuo libro si evince un idea dell’amore molto particolare : “L'amore è un fuoco nascosto, una piaga gradevole, un veleno saporito, una amarezza dolce, un dolore dilettevole, un tormento allegro, una ferita dolce e fiera, una morte blanda…” questa è una nota frase di Fernando de Rojas che tu inserisci nel bel mezzo del tuo racconto. In che modo si concilia con l’amore sbagliato di cui parli, e in rapporto all’idea dell’amore del comune sentire?

L’aforisma di Fernando de Rojas è una descrizione dell’amore fatta di ossimori. E l’amore è tutto questo, talvolta è il bene e il male insieme, il dolore e la felicità, la gioia e il rammarico. Ma è comunque amore e, come dico nel romanzo, ”è sempre un fiore da cogliere, non da calpestare”. E se si sbaglia in qualche modo, amando la persona sbagliata o nel modo sbagliato o nel momento sbagliato, purtroppo c’è poco da fare, se non rassegnarsi all’idea che è l’amore a prevalere su tutto ”Perché, in fondo, è l’amore che ti sceglie”.

Carissima Nicole, così giovane e già con le idee molto chiare… non ci rimane che leggere il tuo libro in attesa del prossimo!

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