"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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mercoledì 22 agosto 2007

Lettera del Presidente dell'Ass ATDAL-Over40 al dr.Romano-autore articolo sulla legge Biagi del Corriere della Sera

Egr. Dr. Romano,ho letto con attenzione il Suo fondo sul Corriere della Sera di oggi e, se mi permette, vorrei trasmetterLe alcune considerazioni.Il tema del Suo articolo era quello della flessibilità-precarietà e dello scontro in atto nel Governo tra posizioni centriste (che io vorrei definire neoliberiste) e posizioni che fanno capo alla sinistra radicale. Lei propende per le prime e, tra i vari motivi che indica a sostegno di queste, cita l'opinione di molti esperti e opinion leader. Immagino che Lei si riferisse soprattutto a numerosi nonché illustri professori universitari che da anni riempiono le pagine dei nostri giornali. Dico questo perché mi rifiuto di pensare che Lei avesse in mente qualche ex-sindacalista che dopo avere percepito per una vita uno stipendio pagato con i contributi dei lavoratori, non appena giunto alla pensione ha operato un cambio di orizzonte a 360 gradi dimenticandosi di un passato nel quale aveva infiammato le piazze con i suoi discorsi. Intendiamoci cambiare idea è sempre possibile e a volte anche meritorio ma, senza stare a rispolverare la teoria del sospetto cara al Sen. Andreotti, quando il cambio di idee si accompagna ad una serie di lauti contratti di consulenza, di collaborazioni con le principali testate giornalistiche, ecc., qualche dubbio sui fondamenti della "conversione" può anche venire.Ma, tornando al novero dei professori con varie competenze, Lei sa anche, o dovrebbe sapere, che nel nostro paese ne esistono almeno altrettanti, rispetto a quelli che vanno per la maggiore sui media, che sostengono tesi diametralmente opposte. Di loro si parla poco, a loro si offrono minori spazi di intervento forse perché, anche in questo caso, sorge il dubbio che il "manovratore" non ami essere disturbato.Tornando al Suo articolo mi preme sottolineare anche il ripetuto richiamo che Lei fa all'Europa, ai vantaggi che la flessibilità ha portato in questi paesi e, lo si legge tra le righe, al solito ritornello sulle anomalie dei nostro paese.E' ormai noto da quasi un ventennio che la hit parade delle nostre anomalie non è data dall'evasione fiscale bensì dalle pensioni di anzianità. Chi non si fosse mai mosso dal nostro paese immagina fabbriche e uffici del Nord Europa popolati da operai e impiegati dai capelli imbiancati chini sui torni o sui videoterminali. Questo è lo stereotipo che da anni i media e la politica ci offrono. Chi, come il sottoscritto, ha avuto l'opportunità di lavorare per anni per una grande multinazionale europea ha avuto invece modo di vedere realtà ben diverse nelle quali, come in Italia, le aziende preferiscono "svecchiare" i propri organici quando l'età anagrafica del lavoratore arriva attorno ai 55 anni (in realtà in Italia le aziende ti sbattono fuori molto prima ma questo fenomeno non rientra nella classifica delle nostre anomalie). La differenza è che in vari paesi d'Europa, il 55enne in esubero viene sostenuto, fino al raggiungimento dell'età per la pensione pubblica, da una forma di previdenza privata che, nel corso degli anni, è stata alimentata in minima parte dal lavoratore ma, soprattutto, dall'impresa nella quale ha lavorato. Dunque questo "esubero" non grava sui costi della previdenza pubblica e forse neppure sulle statistiche dei monte pensionati.In Italia, la nostra grande imprenditoria ha invece preferito un metodo più semplice e meno costoso ricorrendo da decenni ai cosiddetti ammortizzatori sociali che, in parole semplici, scaricano sull'Inps i costi delle proprie ristrutturazioni. Lei avrà seguito con molta attenzione le ripetute prese di posizione del Presidente di Confindustria sulla inderogabile necessità di spostare in avanti in modo drastico i requisiti per l'accesso alla pensione. Molta meno attenzione è stata data al fatto che, cambiato il cappello confindustriale e indossato quello di Consigliere di Amministrazione Fiat, lo stesso illustre personaggio abbia ottenuto la mobilità lunga fino a 7 anni per qualche migliaio di lavoratori dell'impresa automobilistica. Lavoratori e lavoratrici con meno di 50 anni di età e meno di 30 di versamenti contributivi che vivranno a carico Inps per il resto della vita.Scarsa attenzione è stata anche dedicata alla manovra varata dalla Regione Sicilia qualche mese prima delle ultime elezioni amministrative quando 4.000 dipendenti della regione stessa sono stati prepensionati con 25 anni di contributi. Ma si sa, anche se non rientra nella lista delle italiche anomalie, il voto di scambio ha le sue esigenze.Concludo con un accenno proprio al tema della flessibilità che io preferisco definire precarietà.Parlare di questo significa ancora una volta tornare alla lista delle anomalie del nostro paese rispetto al resto d'Europa. Siamo ormai abituati a tutto ma, di tanto in tanto, proviamo a cercare con attenzione qualche riferimento alle differenze sostanziali sul sistema di welfare. Il recente accordo Governo - Parti Sociali affronta, dopo anni di chiacchiere, il punto della indennità di disoccupazione che viene elevata sia nella durata che nel valore economico. Nel caso più favorevole, quello che riguarda gli over50 disoccupati, l'indennità di disoccupazione viene estesa fino ad un anno e il suo ammontare è del 60% dell'ultimo stipendio per i primi 6 mesi per poi decrescere in modo scaglionato. Lei che è persona informata sui fatti che esulano dal pollaio nostrano, sa benissimo che in molti paesi del resto d'Europa esistono indennità di disoccupazione e strumenti di sostegno al reddito la cui durata si misura sulla spazio di 5 o 6 anni con contributi ben superiori a quelli presenti nell'accordo citato in precedenza. Allora non sarebbe il caso di allargare l'orizzonte delle nostre analisi per far capire a tutti che ben diverso è trovarsi disoccupato o precario in qualche paese del Nord Europa e vivere la stessa condizione in Italia.Ma forse anche questo sforzo di chiarezza rischierebbe di disturbare il "manovratore" e allora meglio lasciare spazio agli stereotipi e ai luoghi comuni che portano acqua ad un unico mulino.Che poi nel nostro paese cresca il numero delle famiglie sotto la soglia di povertà, che esista una massa crescente di giovani e meno giovani che senza speranze e senza prospettive, questo è solo un dettaglio, un effetto collaterale del quale le teorie dei grandi esperti che nella loro vita non sono mai andati una volta a fare la spesa, non possono obiettivamente tenere conto.La ringrazio e La saluto cordialmente
(segue firma)

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