Secondo alcuni ricercatori, il feroce disboscamento commesso dall'uomo sulla vegetazione delle coste, mette in serio pericolo la popolazione residente nelle città limitrofe.
Secondo quanto riportato da "Focus.it" in un articolo del 12 giugno 2008, se la foresta di mangrovie della Birmania non fosse stata abbattuta, la devastazione provocata dall'uragano sarebbe stata meno grave e si sarebbero salvate molte vite umane.
Ora, è chiaro che l'Italia non è la Birmania, e che non siamo un paese tropicale (non ancora), comunque non appare saggio disboscare o non rimboscare quelle aree di verde che dividono le città dal mare. Tanto per fare un esempio, la pineta di Castel Fusano, ha subito molti, troppi, incendi che da luglio del 2008 hanno di fatto disboscato una considerevole area della nostra pineta (clicca qui per vedere gli articoli correlati), aree che a tutt'oggi non hanno ricevuto un adeguato rimboscamento cosa che, a parte l'evidente danno ambientale, rende di fatto più vulnerabile l'entroterra del XIII Municipio a probabili, anche se remote, inondazioni provenienti dal mare. Ricordiamoci che l'Infernetto è una di quelle zone più a rischio, in quanto si trova sotto il livello del mare, e se basta un banale acquazzone per allagare il quartiere, figuriamoci cosa potrebbe accadere con un maremoto/tsunami.
Di seguito, l'articolo di Focus precedentemente indicato.
Mangrovie per la vita
Difficile districarsi tra le radici subacquee delle mangrovie rosse (Rhyzophora mangle). Queste piante tropicali crescono lungo i litorali o nei pressi degli estuari dei fiumi, dove possono starsene con le "gambe a mollo". Le loro radici infatti si sviluppano sott'acqua e riemergono solo nei momenti di bassa marea, donando al paesaggio un'aria molto suggestiva.
Ma oltre ad essere belle, queste foreste costiere sono anche utili, perché formano una specie di barriera naturale che protegge i raccolti dalle inondazioni e frena l’impeto delle onde più devastanti.
Proprio il disboscamento delle foreste di mangrovia avrebbe contribuito, secondo gli esperti, a rendere più distruttivo il ciclone che si è recentemente abbattuto sulla Birmania. Durante l'uragano il mare non ha trovato ostacoli naturali e si è abbattutto sulle coste provocando la morte di molte persone. Aggravando in questo modo il bilancio delle vittime, che sono state centinaia di migliaia.
Secondo quanto riportato da "Focus.it" in un articolo del 12 giugno 2008, se la foresta di mangrovie della Birmania non fosse stata abbattuta, la devastazione provocata dall'uragano sarebbe stata meno grave e si sarebbero salvate molte vite umane.
Ora, è chiaro che l'Italia non è la Birmania, e che non siamo un paese tropicale (non ancora), comunque non appare saggio disboscare o non rimboscare quelle aree di verde che dividono le città dal mare. Tanto per fare un esempio, la pineta di Castel Fusano, ha subito molti, troppi, incendi che da luglio del 2008 hanno di fatto disboscato una considerevole area della nostra pineta (clicca qui per vedere gli articoli correlati), aree che a tutt'oggi non hanno ricevuto un adeguato rimboscamento cosa che, a parte l'evidente danno ambientale, rende di fatto più vulnerabile l'entroterra del XIII Municipio a probabili, anche se remote, inondazioni provenienti dal mare. Ricordiamoci che l'Infernetto è una di quelle zone più a rischio, in quanto si trova sotto il livello del mare, e se basta un banale acquazzone per allagare il quartiere, figuriamoci cosa potrebbe accadere con un maremoto/tsunami.
Di seguito, l'articolo di Focus precedentemente indicato.
Mangrovie per la vita
Difficile districarsi tra le radici subacquee delle mangrovie rosse (Rhyzophora mangle). Queste piante tropicali crescono lungo i litorali o nei pressi degli estuari dei fiumi, dove possono starsene con le "gambe a mollo". Le loro radici infatti si sviluppano sott'acqua e riemergono solo nei momenti di bassa marea, donando al paesaggio un'aria molto suggestiva.
Ma oltre ad essere belle, queste foreste costiere sono anche utili, perché formano una specie di barriera naturale che protegge i raccolti dalle inondazioni e frena l’impeto delle onde più devastanti.
Proprio il disboscamento delle foreste di mangrovia avrebbe contribuito, secondo gli esperti, a rendere più distruttivo il ciclone che si è recentemente abbattuto sulla Birmania. Durante l'uragano il mare non ha trovato ostacoli naturali e si è abbattutto sulle coste provocando la morte di molte persone. Aggravando in questo modo il bilancio delle vittime, che sono state centinaia di migliaia.
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