"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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lunedì 21 maggio 2007

...ancora cemento...NO GRAZIE!

Casalpalocco, memoria da non perdere!
di Paola Scacciavillani
Consigliere del Consorzio di Casalpalocco
Ecco quello che ancora oggi possiamo leggere grazie alla documentazione che il.Com.te Gherardo Cosolo, figlio dell’Ing. Silvio Cosolo, direttore di zona della Società Generale Immobiliare, ha donato a noi Consorziati.
Nel ‘53 un gruppo di studio venne incaricato dalla Società Generale Immobiliare di andare in giro per il mondo per realizzare lo studio urbanistico di un nuovo quartiere con caratteristiche talmente innovative, da renderlo unico in Italia, e che si sarebbe chiamato Casalpalocco.
Quello che fece allora questo gruppo di studio fu l’analisi dei migliori progetti urbanistici mondiali ed europei come in Inghilterra e in Giappone, dove tali criteri costituiscono possibili standard. Si trattò, cioè, di uno studio urbanistico, frutto di un’analisi comparata, un progetto caratterizzato più dalla natura sociale del futuro quartiere, che dalla natura artistica e architettonica delle strutture che si andranno a realizzare.
Grazie alla documentazione che ci è stata donata dal Com.te.Cosolo leggiamo “La creazione di un nuovo nucleo satellite alla periferia di una grande città è un fatto di preminente interesse urbanistico ed economico, tanto per il nucleo in se stesso, quanto per la città su cui gravita e dalla quale dipende..
Si afferma l’indispensabilità che il nucleo sia urbanisticamente organizzato, e che non sia espansione incontrollata di una città. Si tratta quindi di offrire un’ alternativa ai tradizionali modi di vita urbana, nell’intenzione di mantenere i sostanziali vantaggi costituiti dall’habitat attrezzato, evitando nel contempo svantaggi quali il traffico congestionato, distacco dalla natura, assenza di possibilità di relax, ecc.”
Oggi tutto questo fa parte di concetti ed aspirazioni comunemente accettati, ma nel 1960 non era così
Si effettuarono analisi relative alla necessità di scuole per un certo numero di persone e l’analisi del carico stradale, il verde venne considerato il tratto dominante del quartiere: alberature, cespugli, prati di eccezionale consistenza presenti in tutto il quartiere, vennero armonizzati con le residenze attraverso un attento studio paesistico.
Lo studio delle distanze relativamente alla trasferibilità a piedi per raggiungere una serie di servizi, quali la Chiesa, le scuole, i centri commerciali, il centro commerciale “Le Terrazze” definito “centro di vita”, la distribuzione del tessuto urbano organizzato come strutturazione della vita di una comunità, case costruite non sulla base del “bello”, ma basandosi sul principio del “vivibile”, per questo motivo, quindi, tutto lo studio sarà legato alla struttura sociale.
Casalpalocco ha una storia studiata analizzando gli esempi di quartieri in Europa e nel mondo, analisi che sono frutto dello studio di ciò che già esiste in altre città d’ Europa, uno stile di vita nuovo per l’Italia, ma già collaudato in altri Paesi.
Una scelta basata sul valore aggiunto, non costruita per una società di “elite” ma per persone che già circa quaranta anni fa fecero una scelta basata sulla “qualità della vita”, non certamente per appartenere ad un gruppo di eletti, ma persone che volevano scegliere criteri di vita legati alla salute, alla vivibilità. Oggi possiamo definire “avveniristico” il termine “qualità della vita”soprattutto se riferito alla fine degli anni ‘60 inizio anni ’70.
Su questa base la comunità di Casalpalocco, si è sobbarcata gli oneri di manutenzione di questo “Bene Comune” attraverso l’Istituto del Consorzio.
Comunità di persone che già allora sentiva l’esigenza di vivere nel verde, ideale che merita il rispetto di quelle aspettative realizzate grazie al progetto che hanno sposato, perché trovavano indicatori i criteri di vita legati più alla qualità e allo stile di vita, che al canone di eleganza.
L’emergenza abitativa, di cui siamo consapevoli, non sia risolta senza rispettare questi valori e non sia violenza perpetrata senza considerare i valori e le aspettative di questa comunità.
Abbiamo il dovere di salvare il salvabile, le case che abitiamo non sono solo pezzi di edifici, pezzi di un puzzle urbanistico, ma molto di più, il “progetto Casalpalocco” è argomento di studio all’Università, facoltà di Architettura.
Anche lo scorso inverno alcune delegazioni di giapponesi, interessati allo studio del nostro quartiere, sono venuti a visitare Casalpalocco, noi del Consorzio li abbiamo accompagnati illustrando loro le caratteristiche che ci rendono famosi nel mondo. Hanno visitato, analizzato e studiato proprio così come nel ‘53 il gruppo di studio, incaricato dalla Società Generale Immobiliare, fece andando in giro per il mondo per studiare la realizzazione del futuro quartiere: Casalpalocco.
L’amore per questa comunità, l’amore per Roma, dovrebbe portarci tutti alla ricerca di soluzioni che non portino alla distruzione di quello che di buono è stato realizzato negli anni.

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