Pier Ferdinando Casini sceglie un parco della zona Torrino, per lanciare la sua sfida a Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, nella lunga corsa verso Palazzo Chigi. Pierferdi scende in campo contro "la concezione proprietaria delle idee e il marketing politico post sessantottino". E aggiunge: "Ho visto alla televisione i miliardi di euro che, sia il Pd che il Pdl, hanno promesso di spendere. Veltroni promette 2.500 euro a figlio? Allora io dico diecimila. La gente non ne può più di queste promesse impossibili e della pubblicità. Questo è un malcostume intollerabile". Casini sa bene che la sua corsa verso Palazzo Chigi sarà difficile. Ma ha scelto di "non fare campagna elettorale contro qualcuno. La nostra è una campagna elettorale per difendere l’identità cristiana o i temi eticamente sensibili che per noi sono temi di campagna elettorale". E per dare una stoccata a Silvio Berlusconi, Casini legge il messaggio di un militare italiano della Folgore a cui venne chiesto, in Somalia, anni fa di lasciare il basco amaranto dei paracadutisti per indossare quello azzurro dell’Onu. "Il messaggino che mi ha spedito - ha detto Casini - recitava così: "Noi ci impegnammo a portare le insegne dell’Onu ma al basco non rinunciammo". Così è stato per l’Udc e nel nostro caso vinse la Folgore. Ecco noi non faremo una battaglia di resistenza sul simbolo ma a chi confonde un simbolo con un marchio dico che dietro un simbolo c’è una storia e una cultura". Poi Casini assicura: "Non faremo una campagna elettorale costruita contro qualcosa o contro qualcuno, non faremo una campagna elettorale accecati da sentimenti di odio e di rivalsa". Tuttavia, quale messa a punto va fatta: il leader centrista ribadisce che il Pdl è una sorta di proprietà privata di Berlusconi e che "un conto è credere ad una impresa, un conto è accettare la cooptazione in un'esperienza che ha più i requisiti di una proprietà privata di qualcuno che di una meravigliosa avventura da correre assieme". Ricordato di aver ricevuto pressioni e promesse - da sinistra gli avevano offerto anche la presidenza del consiglio in un governo istituzionale - Casini dice di vedere "manovre sui simboli, compravendite, cincischiamenti" attorno all'UDC, ma la cosa lo lascia indifferente. "Non sono un ingenuo - osserva Casini - so che i miei subiranno pressioni fortissime, qualcuno ha già ceduto. Ma vale la pena correre il rischio. Io non mi svendo a nessuno".
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
Bravo Mario, quando si parla di simboli non bisogna confoderli con i marchi. Dietro i simboli c'è una storia, uomini, cuori, passioni e valori.
RispondiEliminaChino la testa.
RispondiEliminaAccidenti, Andrea.
Nel tuo commento vedo tutto quello che penso.
Tutto quello che sono.
Te lo giuro.