Mi trovo a Collevecchio, in un bel ristorante aperto da poco che occupa i locali di recente costruzione situati vicino allo stadio comunale.
In pochi mesi di attività ha fatto registrare un boom di clienti, anche perché si mangia molto bene.
Sto trascorrendo una serata davvero unica mangiando, in compagnia di Simonetta, di Alessandro e di alcuni amici, degli ottimi tonnarelli al tartufo, accompagnati da un Chiaranda del Merlo, fermentato in rovere e raffinato in bottiglia.
Osservando l'interno ravvivato con un arredamento particolarmente eccentrico ad un certo punto ho cominciato a parlare della statua della Madonna di Civitavecchia.
Simonetta per un istante mi guarda interdetta.
Poi mi fa una boccaccia.
Incantevole.
Continuo a parlare.
Sono trascorsi tredici anni da quando a Civitavecchia, in un giardino della famiglia Gregori (2-6 febbraio 1995) e poi nelle mani del vescovo diocesano Girolamo Grillo (15 marzo 1995), si sono susseguite 14 lacrimazioni di sangue in una statuetta della Madonna di Medjugorje.
Mia moglie mi consiglia di continuare a mangiare, finendo di parlare con un sorrisetto.
Liturgia.
Alzo le spalle.
E parlo.
Alcuni giornali hanno recentemente anticipato un dossier della diocesi di Civitavecchia, presieduta da Mons. Girolamo Grillo, che contiene relazioni e documenti dai quali emerge che non c'e' spiegazione umana per il fenomeno, tanto che il vescovo stesso è diventato lo strenuo difensore del prodigio; lui che all'inizio, secondo alcune interviste, era un pò scettico al riguardo.
Pochi giorni fa lo stesso Grillo, intervistato dalla trasmissione televisiva "Uno Mattina" andata in onda su RaiUno, ha ricostruito la serata in cui portò con sé in Vaticano la piccola statua di gesso di proprietà della famiglia Gregori.
Papa Wojtyla pregò davanti alla Madonnina, la benedisse, la baciò e le mise sul capo una piccola corona d'oro e nelle mani una coroncina d'oro del Rosario, che la statuina porta ancora con sé. Non si tratta di una approvazione ufficiale dell'evento da parte della Chiesa, ma questi gesti esprimono comunque attenzione e grande considerazione nei confronti dell'evento, e quanto è accaduto non potrà non avere un peso. Simonetta annuisce, rimane pensierosa per qualche minuto. Alessandro mastica cercando di non far rumore. "E' così" dico.
Del resto, in questi anni la statuetta -oggi esposta nella Chiesetta della borgata di Pantano dedicata a Sant'Agostino- è stata sottoposta a varie Tac e le lacrime sono state esaminate da eminenti studiosi di ematologia.
Io, pur cercando di volare basso, non posso non considerare che è un dato di fatto che la storia del culto mariano in ogni epoca registra alcune manifestazioni straordinarie delle immagini della Madonna.
Le Chiese particolari dove sono avvenuti questi fatti hanno agito con prudenza, a volte con estrema severità, senza chiudersi però al mistero e al soprannaturale.
Hanno verificato i fatti, guidato e sostenuto la pietà dei fedeli.
A interessarsi di questi eventi sono stati vescovi e cardinali, pontefici e Santi.
Non erano creduloni o esaltati visionari, ma attenti pastori e maestri nella fede cattolica.
A testimoniarlo sono centinaia di santuari in Italia e all'estero, che continuano a registrare un ininterrotto pellegrinaggio di fedeli; e il fitto materiale di una ricchissima bibliografia mariana.
Si tratta di fenomeni che sono stati presi in esame dall'autorità ecclesiastica del tempo, in processi ordinari e che, in alcuni casi, hanno coinvolto l'attenzione di intere regioni o nazioni.
Rileggendo la storia di questi fenomeni non è difficile giustificare l'atteggiamento di iniziale scetticismo, poi prudenza, ricerca di consiglio e attenta verifica, uniti all'invito alla preghiera, in una saggia apertura al mistero, che si sono riscontrati nelle vicende della Madonna di Civitavecchia.
Ma, davanti alla folla pellegrinante a Pantano, non è difficile comprendere, che probabilmente il popolo cristiano ha già espresso il suo sì all'evento soprannaturale, di cui molti sono stati testimoni; ha già detto sì a quelle lacrime di sangue, sulle quali si puntano le critiche degli scettici, convinti solo delle prove scientifiche.
A mio parere, la scelta più attendibile in tali questioni è quella di evitare le posizioni estreme. Evitare, da una parte, il fanatismo febbrile di quanti vanno continuamente alla caccia di fenomeni soprannaturali o comunque straordinari; evitare, dall'altra parte, l'ostilità preconcetta di quanti rifiutano di ammettere qualsiasi evento, che trascende la realtà e sfugge alla percezione della ragione umana.
La negazione sistematica del fatto soprannaturale, che deriva da questo atteggiamento, cessa di essere frutto di una scelta razionale e finisce per passare al campo opposto: diventa cioè irrazionale.
Del resto, per realizzare una critica intelligente e costruttiva, occorre osservare i fenomeni, sui quali si indaga, con prudenza e cautela, evitando i pregiudizi.
E questo atteggiamento vale in campo scientifico, ma anche in campo teologico.
La critica preconcetta, che nega sistematicamente l'esistenza del soprannaturale, si oppone alla fede irrazionale; ma crea altre fedi, altrettanto irrazionali: quella del negativo, quella delle capacità infinite della mente umana, quella della necessità di vedere e toccare con mano.
A questo punto occorre tenere presente che la Chiesa, di fronte al fatto soprannaturale, si è espressa sempre, o quasi sempre, con grande cautela.
Non mi importa se in questo momento, leggendomi, state esprimendo il vostro dissenso.
Del resto per molti la religione non ha una posizione centrale nella loro vita.
Sì, celebrano Pasqua e Natale, anche se in quei casi i simboli delle feste sono un coniglio e un ometto allegro vestito di rosso.
Queste persone preferiscono trasmettere ai figli la propria etica: regole solide e incontrovertibili, comuni quasi a ogni fede e hanno la fastidiosa sensazione che la religiosità portata all’estremo possa essere molto pericolosa.
Hanno una filosofia di vita sorprendentemente semplice: non credono nel bene e nel male, tantomeno in Dio e Satana.
Per loro, queste sono astrazioni che distraggono dalla realtà.
Io no. Io credo.
Dopo questa ottima cena al Reginus di Collevecchio decidiamo di tornare a Ostia.
Prima di accendere la macchina, chiamo Gabriele al cellulare. Nessuna risposta.
Mentre guido, vicino a me Simonetta riposa, tranquilla.
Dorme raggomitolata su un fianco, con le braccia strette intorno alle spalle.
I muscoli del viso appaiono rilassati e una ciocca di lucidi capelli neri le attraversa la guancia. Guardando la mia donna, mi sento avvolgere da un’ondata di tenerezza che mi fa salire le lacrime agli occhi.
Do un'occhiata all'orologio.
Di lì a un quarto d'ora la sveglierò.
Nella penombra, penso a tante cose.
Penso che ormai sono maturo per qualche ospedale psichiatrico per lungodegenti.
Penso che a volte sono contento di abitare vicino al mare.
Siamo quasi arrivati.
Comincio ad avere colpi di sonno.
Apro il finestrino.
Avverto con piacere il contatto con l’aria fresca.
Gli ultimi dieci chilometri sono i più complicati del mondo.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
In pochi mesi di attività ha fatto registrare un boom di clienti, anche perché si mangia molto bene.
Sto trascorrendo una serata davvero unica mangiando, in compagnia di Simonetta, di Alessandro e di alcuni amici, degli ottimi tonnarelli al tartufo, accompagnati da un Chiaranda del Merlo, fermentato in rovere e raffinato in bottiglia.
Osservando l'interno ravvivato con un arredamento particolarmente eccentrico ad un certo punto ho cominciato a parlare della statua della Madonna di Civitavecchia.
Simonetta per un istante mi guarda interdetta.
Poi mi fa una boccaccia.
Incantevole.
Continuo a parlare.
Sono trascorsi tredici anni da quando a Civitavecchia, in un giardino della famiglia Gregori (2-6 febbraio 1995) e poi nelle mani del vescovo diocesano Girolamo Grillo (15 marzo 1995), si sono susseguite 14 lacrimazioni di sangue in una statuetta della Madonna di Medjugorje.
Mia moglie mi consiglia di continuare a mangiare, finendo di parlare con un sorrisetto.
Liturgia.
Alzo le spalle.
E parlo.
Alcuni giornali hanno recentemente anticipato un dossier della diocesi di Civitavecchia, presieduta da Mons. Girolamo Grillo, che contiene relazioni e documenti dai quali emerge che non c'e' spiegazione umana per il fenomeno, tanto che il vescovo stesso è diventato lo strenuo difensore del prodigio; lui che all'inizio, secondo alcune interviste, era un pò scettico al riguardo.
Pochi giorni fa lo stesso Grillo, intervistato dalla trasmissione televisiva "Uno Mattina" andata in onda su RaiUno, ha ricostruito la serata in cui portò con sé in Vaticano la piccola statua di gesso di proprietà della famiglia Gregori.
Papa Wojtyla pregò davanti alla Madonnina, la benedisse, la baciò e le mise sul capo una piccola corona d'oro e nelle mani una coroncina d'oro del Rosario, che la statuina porta ancora con sé. Non si tratta di una approvazione ufficiale dell'evento da parte della Chiesa, ma questi gesti esprimono comunque attenzione e grande considerazione nei confronti dell'evento, e quanto è accaduto non potrà non avere un peso. Simonetta annuisce, rimane pensierosa per qualche minuto. Alessandro mastica cercando di non far rumore. "E' così" dico.
Del resto, in questi anni la statuetta -oggi esposta nella Chiesetta della borgata di Pantano dedicata a Sant'Agostino- è stata sottoposta a varie Tac e le lacrime sono state esaminate da eminenti studiosi di ematologia.
Io, pur cercando di volare basso, non posso non considerare che è un dato di fatto che la storia del culto mariano in ogni epoca registra alcune manifestazioni straordinarie delle immagini della Madonna.
Le Chiese particolari dove sono avvenuti questi fatti hanno agito con prudenza, a volte con estrema severità, senza chiudersi però al mistero e al soprannaturale.
Hanno verificato i fatti, guidato e sostenuto la pietà dei fedeli.
A interessarsi di questi eventi sono stati vescovi e cardinali, pontefici e Santi.
Non erano creduloni o esaltati visionari, ma attenti pastori e maestri nella fede cattolica.
A testimoniarlo sono centinaia di santuari in Italia e all'estero, che continuano a registrare un ininterrotto pellegrinaggio di fedeli; e il fitto materiale di una ricchissima bibliografia mariana.
Si tratta di fenomeni che sono stati presi in esame dall'autorità ecclesiastica del tempo, in processi ordinari e che, in alcuni casi, hanno coinvolto l'attenzione di intere regioni o nazioni.
Rileggendo la storia di questi fenomeni non è difficile giustificare l'atteggiamento di iniziale scetticismo, poi prudenza, ricerca di consiglio e attenta verifica, uniti all'invito alla preghiera, in una saggia apertura al mistero, che si sono riscontrati nelle vicende della Madonna di Civitavecchia.
Ma, davanti alla folla pellegrinante a Pantano, non è difficile comprendere, che probabilmente il popolo cristiano ha già espresso il suo sì all'evento soprannaturale, di cui molti sono stati testimoni; ha già detto sì a quelle lacrime di sangue, sulle quali si puntano le critiche degli scettici, convinti solo delle prove scientifiche.
A mio parere, la scelta più attendibile in tali questioni è quella di evitare le posizioni estreme. Evitare, da una parte, il fanatismo febbrile di quanti vanno continuamente alla caccia di fenomeni soprannaturali o comunque straordinari; evitare, dall'altra parte, l'ostilità preconcetta di quanti rifiutano di ammettere qualsiasi evento, che trascende la realtà e sfugge alla percezione della ragione umana.
La negazione sistematica del fatto soprannaturale, che deriva da questo atteggiamento, cessa di essere frutto di una scelta razionale e finisce per passare al campo opposto: diventa cioè irrazionale.
Del resto, per realizzare una critica intelligente e costruttiva, occorre osservare i fenomeni, sui quali si indaga, con prudenza e cautela, evitando i pregiudizi.
E questo atteggiamento vale in campo scientifico, ma anche in campo teologico.
La critica preconcetta, che nega sistematicamente l'esistenza del soprannaturale, si oppone alla fede irrazionale; ma crea altre fedi, altrettanto irrazionali: quella del negativo, quella delle capacità infinite della mente umana, quella della necessità di vedere e toccare con mano.
A questo punto occorre tenere presente che la Chiesa, di fronte al fatto soprannaturale, si è espressa sempre, o quasi sempre, con grande cautela.
Non mi importa se in questo momento, leggendomi, state esprimendo il vostro dissenso.
Del resto per molti la religione non ha una posizione centrale nella loro vita.
Sì, celebrano Pasqua e Natale, anche se in quei casi i simboli delle feste sono un coniglio e un ometto allegro vestito di rosso.
Queste persone preferiscono trasmettere ai figli la propria etica: regole solide e incontrovertibili, comuni quasi a ogni fede e hanno la fastidiosa sensazione che la religiosità portata all’estremo possa essere molto pericolosa.
Hanno una filosofia di vita sorprendentemente semplice: non credono nel bene e nel male, tantomeno in Dio e Satana.
Per loro, queste sono astrazioni che distraggono dalla realtà.
Io no. Io credo.
Dopo questa ottima cena al Reginus di Collevecchio decidiamo di tornare a Ostia.
Prima di accendere la macchina, chiamo Gabriele al cellulare. Nessuna risposta.
Mentre guido, vicino a me Simonetta riposa, tranquilla.
Dorme raggomitolata su un fianco, con le braccia strette intorno alle spalle.
I muscoli del viso appaiono rilassati e una ciocca di lucidi capelli neri le attraversa la guancia. Guardando la mia donna, mi sento avvolgere da un’ondata di tenerezza che mi fa salire le lacrime agli occhi.
Do un'occhiata all'orologio.
Di lì a un quarto d'ora la sveglierò.
Nella penombra, penso a tante cose.
Penso che ormai sono maturo per qualche ospedale psichiatrico per lungodegenti.
Penso che a volte sono contento di abitare vicino al mare.
Siamo quasi arrivati.
Comincio ad avere colpi di sonno.
Apro il finestrino.
Avverto con piacere il contatto con l’aria fresca.
Gli ultimi dieci chilometri sono i più complicati del mondo.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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