"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.
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sabato 2 febbraio 2008
Made in Italy
Seduto sul bordo del letto, ascolto il respiro di Simonetta nel buio.
Poi mi alzo, vado in cucina e leggo il giornale. Mi faccio serio. Che
notizia! Credetemi, la realtà non è come la immaginate. E’ tutt’altro
che un gioco e non ha nulla di divertente. Perché? Sentite, perché.
E se vi do noia, interrompetemi. Lo scandalo
legato ai prodotti agricoli provenienti dall’estero che continuano ad
essere spacciati come italiani, dall’extravergine ai salumi, per la
mancanza di trasparenza nell’informazione delle etichette è una delle
principali cause della perdita di valore del made in Italy in
agricoltura. È quanto afferma la Coldiretti che nel commentare con
preoccupazione i dati Istat sul calo del valore aggiunto in
agricoltura sottolinea la necessità di investire sulla qualità, la trasparenza e
sull’innovazione a partire dalle bioenergie derivanti
dall’agricoltura. Smetto di leggere. Cerco di distrarmi facendomi un
caffè. Ma, dentro di me, non distolgo il pensiero da questo panorama
di desolazione: produttori europei, piantatela di usare concorrenza
sleale nei confronti dei nostri produttori agricoli. Riprendo a
leggere, sorseggiando il mio caffè. A parere della Coldiretti, siamo
di fronte ad un vero attacco al made in Italy a tavola con la
mancata applicazione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli
alimenti che ha provocato la proliferazione del falso Made in Italy a
tavola: dal pomodoro cinese all’olio tunisino, dal prosciutto
olandese alla possibilità addirittura di vendere come italiana la macedonia in
scatola composta da ananas e acini di uva extracomunitaria, prugne
bulgare e pere cinesi. Incredibile! Detesto questa situazione. Mi
domando perchè il destino si accanisca contro il made i Italy. Esco
sul balcone con un vago senso di inquietudine, brontolando in silenzio. Tutto questo mi sembra
assurdo. Rientro e mi siedo al tavolo. E poi, a dirla tutta, questa notizia
mi ha colpito. Perchè non continuare a leggere? Può essere divertente.
Con un senso di liberazione, riprendo la lettura del giornale. C’è
scritto che è anche particolarmente grave che di fronte alle drammatiche
previsioni sui cambiamenti climatici e ai rincari sulla benzina che
spingono tutto il mondo ad investire nelle potenzialità di energia
pulita delle campagne, l’Italia delle bioenergie rimane a secco ed è
ultima in Europa nei biocarburanti perché non sono stati emanati i
decreti attuativi per la produzione di agroenergie anche da micro-
impianti per esaltare il valore ed il legame con il territorio italiano. Si tratta in realtà di un solo
esempio poiché pesanti ritardi riguardano praticamente tutte le
misure previste in finanziaria per il settore agricolo. Secondo la Coldiretti
serve un deciso cambio di rotta verso una politica agricola legata al
territorio che valorizzi l’impresa nell’interesse dei cittadini e dei
consumatori. Poso il giornale. Mi chedo cosa si possa fare. Non ne ho
la più pallida idea. Con la Comunità Europea non è il caso di
scherzare. Poco ma sicuro. Quando Simonetta entra in cucina, mi
guarda sorpresa. “Mario, perchè non dormivi?”
“Non ti preoccupare. Ho già preparato il caffè.” Lei scuote la testa
“No, è che mi sembri preocupato”. “Sì, per il settore
agroalimentare italiano. E, quindi, per tutti noi”. “Posso fare qualcosa per te?” mi
chiede premurosa. “Preparati che si esce!” “Si esce? E dove andiamo? Piove!” “Non mi
risulta che una passeggiata si sia mai fermata per una pioggerellina.
Gli uomini passeggiano con il bello e con il cattivo tempo, mia cara”
le rispondo. “Ah, sì? Però se la pioggia diventerà fastidiosa, rientreremo.” Usciamo. Mi piace la pioggia. Sotto le gocce d’acqua sembra tutto più calmo, ordinato, pulito. Nonostante tutto, mi sorprendo a ripensare all’agricoltura italiana. Allora sogno che la concorrenza sleale voli via e scompaia come fumo nel vento. Non appena giungiamo alla piazza, la pioggia aumenta. Entriamo di corsa in un bar. Ordiamo un prosecco. DOC, ovviamente! Rassenerato, lo degusto. Ma sì. In fondo è bello risolvere i problemi così, no?
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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